LA COSTRUZIONE DI UNA CHITARRA ELETTRICA cap.6

I grandi brand di chitarre elettriche hanno consolidato la loro storia con prodotti risultati vincenti sul mercato dovuti a questioni temporali (sostanzialmente dagli anni ’50 in poi), evolvendosi specularmente con nuovi generi musicali financo creando proprio correnti musicali, soprattutto grazie all’effettistica analogica e digitale successivamente. Il genio di J. Hendrix , all’epoca utilizzava tutto il disponibile sia in live che in studio tanto da mettere in ginocchio economicamente la sua etichetta discografica per le ‘maniacali’ tecniche di registrazione pretese. Di contro i suddetti costruttori avendo creato degli evergreen non rischiano ad addentrarsi in innovazioni troppo discostanti dai loro cavalli di battaglia, visto il potenziale flop finanziario a cui andrebbero ad affacciarsi. La ricerca di nuove soluzioni, nuovi suoni è relegata ai piccoli artigiani poiché hanno un rischio di impresa enormemente inferiore e possono contare sulle riparazioni come introito.

LA COSTRUZIONE DI UNA CHITARRA ELETTRICA cap.5

Vorrei introdurre da subito un capitolo relativo ai pick up perché possono rivelarsi determinanti per una chitarra concept. Una novità è il progetto di un costruttore americano, dove i magneti sono loro stessi dei trasduttori elettromagnetici passivi.

 

 

 

 

 

Possono essere assemblati in modalità single coil, humbucker o considerati singolarmente e posti in qualsiasi posizione.

Un’altra soluzione innovativa sono i pick up chiamati: 3d o a risposta estesa (vedi foto sotto)

 

pick up passivo in configurazione humbucker, disponibile anche in configurazione single coil sviluppato da una azienda americana

 

 

 

LA COSTRUZIONE DI UNA CHITARRA ELETTRICA cap.4

 

Sotto si può osservare uno step di lavorazione, in questa casa una tastiera con l’utilizzo di una macchina a controllo numerico.

Progettazione CAD/CAM nella foto a sinistra e il lavoro finale della macchina a controllo numerico. L’accuratezza è dell’ordine dei centesimi con un tempo di lavorazione che ha richiesto poco meno di tre ore. Per i puritsti dell’artigianato l’utilizzo delle macchine CNC potrebbe apparire scandaloso ma nel XXI secolo dove il tempo di realizzo e le dinamiche di mercato globalizzate sono spietate non lasciare spazio a idealismi inesorabilmente fallimentari. La progettazione stessa al computer e la manutenzione della macchina sono comunque attività complesse che richiedono un know-how di informatica, elettrotecnica, elettronica e meccanica. E’ IMPRESCINDIBILE però, saper già costruire ‘a mano’ in precedenza,

 

 

 

LA COSTRUZIONE DI UNA CHITARRA ELETTRICA cap.3

Dopo aver organizzato il necessario per i processi lavorativi, incombe la più importante delle scelte da affrontare, ovvero quali tipologie di chitarre elettriche fabbricare. Chiaramente più possibilità potrai offrire al cliente, maggiore sarà il mercato ma parallelamente l’attrezzatura dovrà essere integrata. Riuscire a concepire una linea propria è l’apice del successo per un artigiano ma si deve oggettivamente considerare che il mercato attuale offre soluzioni di ogni sorta a prezzi altrettanto più disparati quindi la chitarra fatta a mano ha come peculiarità la personalizzazione fatta simbioticamente con il musicista . L’ergonomia del manico e del corpo sono il cuore dello strumento, ed è la parte su cui bisogna concentrarsi maggiormente.Hardware ed elettronica possono essere soddisfatte ampiamente dalle numerose aziende presenti sul mercato oppure autocostruiti. E’ mia personale opinione che la chitarra non deve avere quantità di suoni ma qualità di suoni inoltre dobbiamo sempre tenere presente l’influenza dell’amplificatore sul suono finale. Ad esempio le chitarre Fender su cui sono installate quasi esclusivamente pick up single coil, quindi dal suono squillante, gli amplificatori studiati dal mitico Leo Fender risultano molto caldi e definiti a compensazione.

LA COSTRUZIONE DI UNA CHITARRA ELETTRICA cap.2

A questo punto un aspetto fondamentale da tenere presente nel percorso della costruzione di una chitarra elettrica e l’allestimento di un laboratorio. La caparbietà e la passione non sono sufficienti senza un luogo e una attrezzatura adeguata soprattutto in funzione dei tempi di realizzo oltre che qualitativi, i cosiddetti ‘tempi e metodi’. Il luogo dovrebbe avere una dimensione minima di 20 mq per ospitare l’attrezzatura necessaria, mentre lo stoccaggio eventuale delle essenze è una discrezione dell’artigiano che può approvvigionarsi di volta in volta del necessario dai fornitori specializzati. Difficile fare un capitolato preciso dei costi della SOLA attrezzatura poiché come per tutte le cose di questo mondo, esistono prodotti più o meno performanti con relativi prezzi di listino,comunque la spesa minima per poter ottenere un risultato valido si aggira intorno ai venticinquemila euro. Se la prospettiva è avvalersi di macchine a controllo numerico per accorciare le tempistiche, la spesa si amplifica.

LA COSTRUZIONE DI UNA CHITARRA ELETTRICA cap.1

Questo trattato si pone come valorizzatore delle chitarre elettriche di liuteria utilizzando come gradiente la qualità. I più importanti brand industriali hanno una divisione personalizzata dove si utilizzano metodologie artigianali quindi consapevoli loro malgrado che, i maestri liutai sono imprescindibili nell’ottenimento di uno strumento il più possibile straordinario. Ogni chitarra ha una sua personalità, nessuna può essere eclettica, ognuna ha una destinazione nei generi musicali. Negli anni ’90 si è pensato che l’effettistica potesse soppiantare la struttura, le caratteristiche tecnologiche dello strumento ma in realtà ha appiattito i suoni..: compressore, booster, speaker simulator, una punta di delay, ecc. ecc. Il suono dei chitarristi che hanno fatto la storia, quelli che riconoscimenti dopo due note per intenderci, hanno una caratteristica comune: sono reali, li ritrovi in ​​natura! A onor del vero, la qualità dell’amplificatore diviene determinante poiché colora il suono, non è solo la chitarra ben fatta a essere determinante. Un’altra domanda, forse la più importante è l’era della digitalizzazione; beneficiaria assoluta nel lavoro di produzione in quanto l’editing permette di ridurre i tempi dei costosi studi di registrazione. Ma dopo decenni di evoluzione tecnologica e della sua esasperata applicazione ci ha portato una involuzione artistica, possiamo affermare quindi: “l’artefazione distoglie dall’obiettivo primo della musica, raccontare cioè una esperienza,

 

Bias della valvola? No cognitivo!!!

Anche questo sarà l’ennesimo articolo rivolto alla rieducazione musicale più che alla promozione di nuove tecnologie applicate alla chitarra, visto il disinteresse galoppante verso lo studio di uno strumento. Di certo da quando il genere TRAP ha fatto la sua comparsa, dove non c’è necessità di musicisti per costruire il brano, né di cantanti preparati (autotune), né di essere grandi ermeneutici per la stesura del testo, l’abisso si  è fatto sempre più profondo! L’arte non ha nulla di politicamente corretto e soprattutto lasciamola fare a chi ha avuto la benedizione direttamente da ‘lassù’… 

Nello scenario culturale decadente, si somma una convinzione (bias cognitivo) per cui il ‘made in China’, significhi: ‘risparmio’. Sono validi i prodotti che costruiscono? Da dove viene questa capacità produttiva a costo zero? Dobbiamo fare un distinguo, se il brand è un’azienda occidentale lì delocalizzata la risposta è affermativa. Se invece il prodotto, frutto dell’intero ciclo del valore, è cinese, i marchi si contano sulle dita di una mano. Ma come mai riescono solo loro ad avere un costo del lavoro così basso? I fattori sono molteplici tra cui: una pianificazione statale degli asset commerciali dove il privato è coadiuvato dallo stato (spesso recriminato dopo l’ingresso nel WTO), stabilità politica (non votano…), sfruttamento di risorse umane ridotte in schiavitù (internati politici), valorizzazione dell’istruzione, grande voglia di lavorare, assenza di un culto religioso improntato sulla trascendenza ma più su norme comportamentali (confucianesimo), una spiccata inattitudine all’osservanza delle norme extra territoriali. Entrando nello specifico del settore musicale, vorrei denunciare come da diversi anni, alcune piattaforme di e-commerce cinesi vendono fake, a danno di importanti costruttori americani come: Gibson, Music Man, Alembic, Seymour Duncan, Ernie Ball ecc. Eccone un esempio nelle foto seguenti:

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Il sito in questione è Ali Express. Il cliente lamenta la non autenticità del pick up Seymour Duncan; il fornitore con assoluta tranquillità afferma di aver venduto un falso. Di fronte a questo atteggiamento spocchioso che è un modus operandi e vivendi direi per la cultura cinese, c’è da chiedersi cosa possiamo fare per difenderci. Probabilmente ritornare ad amare la propria patria, a discernere tra l’affarismo e il commercio, pretendere etica da parte di tutti gli attori in scena..

Il dramma dell’esterofilia…..

Vorrei far seguito al precedente articolo dove esprimo una personale considerazione sul rapporto dei musicisti e dei liutai contestualizzato all’andamento sociale e soprattutto economico, scrivendone uno riguardo il mercato della chitarra elettrica. Intendendo come ‘personale’ però, una valutazione che si basa su dati analitici e poco emozionali nella veste di chitarrista più che di liutaio. In Italia abbiamo poca memoria storica e un deprimente primato; essere in cima alla classificazione europea per analfabetismo funzionale. Appare quindi necessaria una rieducazione della maggioranza degli italiani nell’interfacciarsi al mondo passato e presente per poter affrontare più scientemente il futuro! Detto in soldoni: “se vuoi realizzare un buon piatto, devi partire da una buona materia prima”! Questa introduzione di carattere antropologico è necessaria per comprendere l’evoluzione del mercato degli ultimi venti anni.

La chitarra elettrica è stata inventata negli Stati Uniti, ha avuto i giapponesi come hub di produzione di massa di alta qualità, gli europei come sviluppatori di alcuni brand rinomati e non. Nei paesi asiatici come: Korea, Malesia, Indonesia, Taiwan una produzione qualitativa di secondo livello e la Cina come produttore di terzo livello (entry level). Nel tempo proprio quest’ultimi grazie alla delocalizzazione hanno acquisito il ora come per produrre strumenti, di buona a volte ottima fattura, a prezzi decisamente bassi. L’analisi successiva è la seguente: il percorso di un musicista (fino a qualche tempo fa) aveva come naturale sbocco nello strumento di liuteria fatto ad hoc. Semplicemente perché, dopo aver acquistato numerosi strumenti con caratteristiche timbriche ma soprattutto ergonomiche diverse, propria  chitarra.

Anche chi usa compra una bicicletta da corsa la prende con il telaio in misura….

L’avvento del mercato online ha poi confuso ancor di più le menti. E’ inconcepibile acquistare una chitarra del valore oltre i 300,00 euro a scatola chiusa! Paradossale e questo lo affermo in veste di liutaio, gli innumerevoli FAKE cinesi in commercio, plagi di marchi americani prestigiosi, che ho riparato. Le regole non valgono per tutti….!!!!!!!!!

Detto ciò, i due fattori concorrenziali allo sfacelo sono i seguenti:

  1. ignoranza tecnica delle specifiche della chitarra
  2. sudditanza al marketing

In tutto ciò, vorrei spezzare una lancia all’italianità o meglio ad alcuni italiani (come avrebbe detto Indro Montanelli ); le chitarre più difficili da realizzare, le semiacustiche ovvero: un ibrido tra un violino, una acustica e un solid body, sono italiane. Benedetto , D’angelico e D’aquisto sono liutai italo americani che le hanno concepite e rese le più celebri al mondo! Ah dimenticavo, sono anche le più costose al mondo!!!!  

 

 

I musici e gli artigiani in Italia….

Il contesto musicale italiano attuale rimane fanalino di coda di un mondo che si fa più smart a livello globale ma che da noi appare più che altro flat. Di certo non mancano musici di caratura internazionale sia mainstream (Maneskin) che di nicchia ( Mancuso ); allora dove si nasconde il virus letale? Eppure la musica fa bene! Esiste pure  una disciplina medica (musicoterapia), è un’arte estremamente fruibile che a differenza di altre, crea aggregazione, comunicazione. Sempre secondo la scienza, per chi si cimenta nell’imparare a suonare uno strumento é un’attività che attiva il cervello e il corpo in modo straordinario e ‘sincronizzato’. I generi musicali del decennio ’65/’75 valsi un secolo per qualità e varietà erano certamente una svolta e hanno avuto una ridondanza universale, tradotto: la buona musica ha venduto moltissimo e lo può fare ancora! Come detto in precedenza, mettere ‘in moto il cervello’ delle persone diviene certamente scomodo per la classe politica, meno si riesce a manipolare meno potere hai! In  Italia si alternano governanti ogni anno e mezzo circa, quando la stabilità è un parametro fondamentale per vedersi riconosciuta credibilità nazionale e soprattutto internazionale. Essere patria della moda ne è sintomatico; ciò  significa omologarsi ciclicamente a dei dettami meramente imprenditoriali da non confondere con i movimenti culturali che si esprimono financo l’abbigliamento! Nella couture c’è un innegabile ingegno (sartoriale) ma è relegata a persone molto facoltose! L’apparire è sì comunicazione ma prescinde da un ciclico sdoganamento da parte dei componenti di una società, di per sé annulla la lungimiranza come target. Una considerazione personale: “l’ arte, in qualsiasi sua formula, viaggia a pari passo con il benessere economico”. Analizzando la storia (vedi Venezia..) e la mia esperienza di vita ho constatato come sia inversamente proporzionale il binomio qualità/disagio economico.La mancanza di prospettiva porta all’apatia, tutto quello che è transitorio porta ad una destrutturazione culturale.  S tudiare uno strumento musicale ad esempio, richiede fatica e questo cozza con il vivere smart! L’eccesso di comunicazione (tipicità degli ultimi decenni), oscura gli attori competenti (linee guida) poiché promuovono il sacrificio  in controtendenza al mondo facile, purtroppo la chimera degli ignoranti! Questa analisi trova concretezza quotidianamente nelle scelte operate dalla gente, l a negatività, la pochezza, la codardia non sono mai stati tratti predominanti di un grande popolo!

LAVORAZIONE CNC

La lavorazione con macchina CNC del solo piano armonico e del fondo, della chitarra semiacustica qui in visione, richiede circa 48 ore. Escludendo da questo computo , il tempo dovuto alla progettazione che può richiederne altrettanti. Il manico viene fatto tradizionalmente così da accontentare il cliente nella fase di profilatura ai fini dell’ergonomia più elevata possibile. La liuteria  moderna non dispensa dalla capacità di essere prima in grado di costruire a mano

Lavorazione del top