Affermare che uno uno strumento suona bene rispetto ad un altro ha una valenza soggettiva ma di certo può considerarsi “quasi” oggettiva nell’ascolto di uno, che riesce a trasmettere una gradevole sensazione sonora su tutto lo spettro. La soggettività sta nel preferire il “colore” del suono che viene definito timbro. I transienti d’attacco e l’esaltazione di alcune armoniche rispetto ad altre caratterizzano ogni strumento, divenendo di per sé unico nella sua capacità di risuonare sotto eccitazione. Peculiare è, la definizione e l’intelligibilità con cui le note vengono prodotte dallo strumento musicale; immaginando quindi due suoni puri, quando essi si sovrappongono e la differenza tra le due frequenze diventa importante ma comunque prossima e i suoni diventano confusi, si ha quella che viene definita: larghezza di banda critica (Fig.1).
Nell’avvicinamento delle frequenze (quindi verso l’unisono), avremmo un aumento dell’intensità sonora e ad ogni ciclo dell’onda in fase si avrà un battimento cioè un’oscillazione che varia con l’intensità del suono. Per frequenze molto vicine si avrà all’inizio una sensazione di consonanza perchè i battimenti sono molto lenti, il suono viene considerato sgradevole quando è a circa 30 battimenti al secondo. Il nostro orecchio riesce a percepire 7 cicli al secondo, nel caso siano più lenti o più veloci rispetto a questo numero il nostro cervello li “analizzerà” come suoni distinti. I battimenti si possono ottenere anche tra frequenze che si trovano in rapporto di una quarta, di una quinta e di un’ottava. E’ importante menzionare la scoperta fatta da il violinista Giuseppe Tartini, chiamata appunto terzo suono di Tartini. Suonando due note di frequenza diversa con intervalli di: ottava, quinta, quarta, sesta minore, sesta maggiore, terza minore, terza maggiore e all’unisono otterremo un terzo suono che avrà frequenza corrispondente alla differenza tra queste. Le frequenze devono avere 30 battimenti al secondo per poter udire il terzo suono risultante. Da questa scoperta lo stesso Helmoltz studiò i così detti suoni addizionali. La differenza delle altezze tra due suoni x (suono acuto) e y (suono grave), sarà un terzo suono, ad esempio: x fq 250HZ; y fq 200HZ; il terzo suono sarà 250-200= 50HZ. Nella realtà i suoni addizionali si creano anche sulle nuove armoniche generate ma sono difficilmente udibili come quelli creati dalla somma delle frequenze primarie (x+y; 2x+y).
TERZI SUONI DIFFERENZIALI:
2y-x;
3y-2x.
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INTERVALLO * RAPPORTO * TERZO SUONO
TRA LE DUE NOTE * TRA LE DUE NOTE * RISULTANTE
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OTTAVA 1:2 UNISONO
QUINTA 3:2 OTTAVA INFERIORE
QUARTA 3:4 DODICESIMA INFER.
TERZA M 4:5 2° OTTAVA INFER.
TERZA m 5:6 2° OTTAVA-TERZA M
SESTA M 3:5 QUINTA INFER.
SESTA m 5:8 SESTA M
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IL TERZO SUONO SUONO RISULTANTE SARA’ SEMPRE PIU’ GRAVE DEI DUE
LEGENDA:
INFER. = inferiore
M = maggiore
m = minore
Da queste analisi fisiche unitamente alla peculiriatà dinamica dell’suono intendendo:
1) attacco;
2) decadimento;
3) sostegno;
4) rilascio;
potremmo descrivere uno strumento come un buon generatore di frequenze tanto quanto esse non siano mascherate.
Quando due suoni si sovrappongono, sono detti in fase tra di loro, si otterrà un rafforzo nell’ampiezza e una frequenza che sarà la media della somma algebrica delle due frequenze, diversamente avremmo un indebolimento del suono o un suo annullamento e quindi un suono detto in controfase (Fig.2). Ad esempio:
suono x 304 HZ
suono y 302 HZ
La risultante frequenza che noi percepiremmo sarà di 303 HZ con battimenti di 2 HZ al secondo:
304+302=606:2=303 HZ
In sostanza nel momento in cui due suoni di frequenza uguale o prossima si sovrappongono avremmo un’intensità del suono maggiore, il differenziale tra le due frequenze sarà quell’effetto ciclico di intensificazione ed indebolimento del suono (battimento).