Il dramma dell’esterofilia…..

Vorrei far seguito al precedente articolo dove esprimo una personale considerazione sul rapporto dei musicisti e dei liutai contestualizzato all’andamento sociale e soprattutto economico, scrivendone uno riguardo il mercato della chitarra elettrica. Intendendo come ‘personale’ però, una valutazione che si basa su dati analitici e poco emozionali nella veste di chitarrista più che di liutaio. In Italia abbiamo poca memoria storica e un deprimente primato; essere in cima alla classificazione europea per analfabetismo funzionale. Appare quindi necessaria una rieducazione della maggioranza degli italiani nell’interfacciarsi al mondo passato e presente per poter affrontare più scientemente il futuro! Detto in soldoni: “se vuoi realizzare un buon piatto, devi partire da una buona materia prima”! Questa introduzione di carattere antropologico è necessaria per comprendere l’evoluzione del mercato degli ultimi venti anni.

La chitarra elettrica è stata inventata negli Stati Uniti, ha avuto i giapponesi come hub di produzione di massa di alta qualità, gli europei come sviluppatori di alcuni brand rinomati e non. Nei paesi asiatici come: Korea, Malesia, Indonesia, Taiwan una produzione qualitativa di secondo livello e la Cina come produttore di terzo livello (entry level). Nel tempo proprio quest’ultimi grazie alla delocalizzazione hanno acquisito il ora come per produrre strumenti, di buona a volte ottima fattura, a prezzi decisamente bassi. L’analisi successiva è la seguente: il percorso di un musicista (fino a qualche tempo fa) aveva come naturale sbocco nello strumento di liuteria fatto ad hoc. Semplicemente perché, dopo aver acquistato numerosi strumenti con caratteristiche timbriche ma soprattutto ergonomiche diverse, propria  chitarra.

Anche chi usa compra una bicicletta da corsa la prende con il telaio in misura….

L’avvento del mercato online ha poi confuso ancor di più le menti. E’ inconcepibile acquistare una chitarra del valore oltre i 300,00 euro a scatola chiusa! Paradossale e questo lo affermo in veste di liutaio, gli innumerevoli FAKE cinesi in commercio, plagi di marchi americani prestigiosi, che ho riparato. Le regole non valgono per tutti….!!!!!!!!!

Detto ciò, i due fattori concorrenziali allo sfacelo sono i seguenti:

  1. ignoranza tecnica delle specifiche della chitarra
  2. sudditanza al marketing

In tutto ciò, vorrei spezzare una lancia all’italianità o meglio ad alcuni italiani (come avrebbe detto Indro Montanelli ); le chitarre più difficili da realizzare, le semiacustiche ovvero: un ibrido tra un violino, una acustica e un solid body, sono italiane. Benedetto , D’angelico e D’aquisto sono liutai italo americani che le hanno concepite e rese le più celebri al mondo! Ah dimenticavo, sono anche le più costose al mondo!!!!  

 

 

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